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28 Mar 2019

IL MONDO NON CAMBIA, CAMBIAMO NOI

  • Scritto da  Cappellaio Matto

Negli anni della mia giovinezza, quelli delle superiori, quelli in cui gli economisti come Keynes o Smith, Marx o Friedman suonavano astrusi ed illogici era facile odiare il professore di economia politica.

Non solo per la sua spocchia e presunzione, per la sua incapacità di empatia, per la sua totale dedizione al dio denaro in quanto tale.

Era facile perché non ero all’altezza di capirne il succo e l’essenza, era facile perché non mi ero mai mosso dal mio territorio, era facile perché restando fermi al punto di partenza non si raggiunge nessun luogo.

Poi il mio professore restava e resta una calcolatrice senz’anima ma questo poco importa…

Nel corso degli anni ho però spalancato le porte della mente, ho iniziato a viaggiare, a volare, a scoprire, a comprare con monete e occhi diversi, ho compreso alcuni aspetti economici fino ad allora sconosciuti nonostante anni di studi.

Dall’ex Unione Sovietica a tutta l’Europa, dall’Africa alle isole più sperdute e dimenticate da dio e dagli uomini, e paesini di montagna, borghi medievali e capitali modernissime, da Londra a Barcellona passando da Careri e da Aliano ed i suoi calanchi, da spiagge deserte in pieno inverno, da Vilnius ad Addis Abeba, da Parigi ai villaggi del Congo francese.

Il Valore della diversità

Lingue, culture, colori ed odori, necessità e speranze, priorità e monete differenti.

Valori, non quelli legati all’etica ed alle culture, proprio il «valore» economico che diamo alle cose.

Parlo dell’acqua, dei carburanti, del pane, dei legumi ed i pomodori, di un frutto esotico e del vino, del prezzo di un taxi, delle patate e dell’artigianato, delle pietre preziose e di un libro, della possibilità di fare un viaggio o semplicemente studiare…

Allora le reminescenze scolastiche tornano in mente prepotenti, i cassetti della memoria si spalancano e tutto diventa chiaro, il Valore delle cose non è soltanto intrinseco ma, il più delle volte, estrinseco.
Una bottiglietta d’acqua può costare tre volte un litro di benzina, una matita può valere più di un paio di jeans, un quaderno molto più di due chili di papaya.

Qui in Congo un fuoristrada è necessario ed indispensabile perché può salvare la vita, in Italia è solo ostentazione di ricchezza ed opulenza, un fuoristrada qui si sporca di fango e sabbia, in Italia è sempre tirato a lucido e sfavillante.

Ma in Italia non serve a nulla, le strade e le piste sono differenti, le necessità sono differenti, le priorità sono differenti, diciamolo pure…in Italia sono in pochi a saper guidare un fuoristrada nel vero senso del concetto, ma tant’è…

Letto 472 volte Ultima modifica il Martedì, 23 Giugno 2020 20:58
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